Quando e come nasce la cialda per caffè? Vi raccontiamo le origini di un metodo di preparazione di caffè rivoluzionario ed ecosostenibile.
Il mondo del caffè nel nostro paese è in continua evoluzione. Se fino a qualche anno fa gli italiani preferivano preparare caffè in casa con la tradizionale moka, oppure sorseggiare un espresso al bar, negli ultimi tempi il trend è cambiato. Sempre più persone preferiscono preparare il caffè tra le mura domestiche ma con una macchina da caffè in cialde. Il motivo? Il caffè in cialde offre tantissimi vantaggi come la qualità, la rapidità e la praticità di utilizzo. Le macchine da caffè a cialde, infatti, sono in grado di preparare in pochi istanti un caffè buono e cremoso, tanto da non sentire più l’esigenza di recarsi al bar per sorseggiare un buon espresso.
Ma come nascono le cialde da caffè? Quali sono le loro origini e le loro caratteristiche vincenti?
La storia della cialda per caffè
Non tutti sanno che la cialda è nata prima della capsula. La sua storia non inizia in Italia ma negli Stati Uniti d’America, da un’idea di Cyrus Melikian, un pioniere dell’industria del caffè. Negli anni ’40 del Novecento Melikian conobbe Lloy Rudd, ingegnere specializzato in ordigni esplosivi, e insieme inventano una macchina automatica in grado di preparare un caffè alla volta, con il caffè in polvere confezionato in una carta filtro, proprio come le bustine da tè. Entrambi fondano nel 1948 la Kwik-Kafe, il primo distributore automatico per preparare caffè, che funzionava con caffè liquido congelato. Nel 1959 Melikian fondò l’azienda Automatic Brewers& Coffee Devices (ABCD), attiva ancora oggi, inventò la prima macchina da caffè e anche la prima cialda al mondo. Funzionava come oggi, con “sistema sandwich”: lunghe strisce di carta filtro che, dopo essere state riempite di caffè macinato, venivano unite tra loro e tagliate in singole porzioni, le cialde appunto.
Dall’ufficio alla casa: la cialda comincia a diffondersi
Fu Illy, nel 1974, a lanciare per prima un metodo per preparare e gustare un buon caffè espresso a casa e in ufficio, con un sistema monodose. L’idea della cialda da caffè è semplice ma sofisticata. Il caffè macinato viene compresso tra due veli di carta filtro che, una volta attraversato da acqua bollente, rilascia il caffè direttamente in tazzina, cremoso e omogeneo. Un sistema che, fino ad allora, era utilizzato solo per le macchinette professionali da bar.
Dagli anni ’80 il caffè monoporzionato in cialde cominciò a diffondersi, conquistando prima i luoghi di lavoro, lanciando la moda della pausa caffè in ufficio, fino a diventare protagonista della routine quotidiana a casa come in ufficio.
La nascita dell’acronimo ESE
Il termine cialde fu poi accompagnato dall’acronimo ESE che sta per Easy Serving Espresso, che significa “espresso facile da servire”. Infatti, le cialde ESE sono costituite da un involucro di carta in cui si inserisce il caffè in polvere pronto da preparare. Solitamente una cialda ESE contiene circa 7 grammi di caffè, una quantità pari a quella dell’espresso da bar e superiore a quella del caffè in capsula.
Il caffè in cialde oggi: buono e rapido da preparare
Il nuovo trend del caffè in cialde si è diffuso soprattutto negli ultimi dieci anni grazie alla sua capacità di essere erogato in pochi istanti e di essere di ottima qualità. Caratteristiche apprezzate soprattutto da chi ha l’esigenza di prepararlo in casa in poco tempo e nei luoghi di lavoro, dove si svolgono tante pause caffè tra colleghi. Il caffè in cialde non fa rimpiangere quello del bar perché l’involucro di cui è composta è interamente in carta. L’acqua bollente, attraversandola durante l’erogazione, lascia l’aroma del caffè inalterato, non rilasciando residui.
Cialde per caffè: una scelta ecofriendly
A rafforzare la diffusione del caffè in cialde è anche la sensibilità che sempre più consumatori hanno nei confronti dell’ambiente e della natura. Possiamo affermare con certezza che la cialda in termini di ecosostenibilità non ha rivali: è ad oggi l’unico metodo di preparazione di caffè a impatto zero sulla natura perché non produce sprechi. Il suo involucro composto da due veli di carta filtro è 100% naturale e compostabile, ovvero si può smaltire tranquillamente nell’umido.
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